CHE RABBIA LA TUA RABBIA!!
Dott.ssa Erika Caria
Educhiamo in modo consapevole alle emozioni.
È così: spesso la rabbia genera rabbia. La rabbia non ci piace, cerchiamo di evitarla, e gestirla è faticoso, soprattutto quando si tratta di quella dei nostri figli. Ma la domanda è una:
<< È la rabbia o è il come viene manifestata e gestita che non ci piace? >>
Prima di tutto, è importante provare a liberarci dalla connotazione negativa socialmente attribuita alla rabbia, che spesso ci porta a inibirla ed evitarla. Come la paura ci protegge di fronte ai pericoli, la rabbia ci dà l'energia e la giusta attivazione per difenderci da qualcosa che percepiamo come dannoso per la nostra persona, una minaccia, un’ingiustizia o un torto. Si accende quando ci sentiamo offesi, feriti, confusi, frustrati e impotenti, ma anche quando percepiamo una limitazione a livello fisico o della nostra libertà. Per questo motivo, quando diamo un nuovo limite o una nuova regola, nei bambini si scatena la rabbia.
Possiamo dire che la rabbia è una reazione di autodifesa che, se espressa verso l'esterno, si trasforma in una spinta all'azione, mentre se repressa può, col tempo, causare diversi sintomi psicosomatici, in quanto l'attivazione fisiologica rimane dentro di noi. È quindi importante trovare la giusta forma per esprimerla, senza che sia dannosa per noi o per gli altri.
Chi è genitore avrà sicuramente avuto a che fare con un’esplosione di rabbia o aggressività da parte dei propri figli, e in questi casi la reazione può essere duplice: si può venire travolti da questa emozione arrabbiandosi, perché ci si sente feriti, non ascoltati o rispettati, o semplicemente ci si sente impotenti, non sapendo bene come intervenire.
La gestione della rabbia è una competenza emotiva complessa. Essere consapevoli delle proprie emozioni, riuscire a dar loro un nome e riconoscerle nel corpo richiede tempo. Identificare ciò che proviamo e perché non è semplice, ma questo ci permette di agire in modo consapevole, invece di reagire in maniera istintiva. Tutto ciò avviene attraverso un processo di crescita, maturazione e sviluppo che, come abbiamo detto, ha bisogno di tempo. In età prescolare, ma anche successivamente, la parte del cervello interessata alla regolazione emotiva, ovvero la corteccia prefrontale, è ancora in fase di sviluppo. Le neuroscienze ci mostrano che questa parte del cervello non giunge a completa maturazione fino alla prima età adulta. La corteccia prefrontale è l’ultima parte del cervello che si sviluppa ed è ciò che ci differenzia dal resto dei mammiferi.
La maggior parte dei comportamenti dei bambini proviene dalle emozioni; reagiscono in modo impulsivo perché a rispondere è la parte del cervello emotivo. Lo sviluppo emotivo e l'autoregolazione dei bambini dipendono molto da quanto il contesto e gli adulti di riferimento l'hanno favorito.
Inoltre, dobbiamo tenere presente che in situazioni di cambiamenti, fame o sonno, la finestra di tolleranza dei bambini di fronte alle richieste e agli imprevisti è molto più piccola: quando i bisogni primari non sono soddisfatti, è molto più complicato riuscire a gestire le emozioni. In queste situazioni, non focalizziamo la nostra attenzione unicamente sull’esplosione di rabbia, piuttosto cerchiamo di leggere il bisogno che c’è dietro e di rispondergli adeguatamente.
Cosa fare come adulti davanti a un’esplosione di rabbia?
Entrare in empatia.
Permettere al bambino di esprimere la sua emozione in modo sicuro, senza che faccia male agli altri o a sé stesso.
Aiutarlo a dare un nome a quello che prova e a comunicare per cosa è arrabbiato.
Mantenere la calma. Se anche l’adulto si arrabbia, non sarà più in grado di aiutarlo a trovare la calma necessaria.
Far sentire il bambino al sicuro e accettato, fargli vedere che non ci perdiamo all'interno della sua rabbia, ma che siamo lì con lui per aiutarlo a gestire le sue emozioni.
ESEMPIO: “Sei arrabbiato? Va bene, mi dispiace che ci sei rimasto male, ma non c’è bisogno di urlare o picchiare... Sono qui con te: la rabbia arriva e poi va via. Quando vuoi, ti aspetto qui e troviamo una soluzione.”
Esercizio per genitori
Immagina di essere tornato bambino/a e di essere arrabbiato/a perché vorresti tanto una cosa o perché te l’hanno tolta; percepisci un’ingiustizia, vorresti comunicare come ti senti e cosa vorresti, ma non riesci. La rabbia aumenta, si fa sempre più grande, se sai parlare arrivano delle parole e le usi urlando “Vai via!”, “Non ti voglio più”, “Non capisci niente”, “Ti odio”, ecc. La rabbia ti porta a urlare, lanciare le cose, tirare calci, cercare di “eliminare” ciò che ti dà fastidio e senti di perdere il controllo.
Prova a pensare: “Cosa vorresti ricevere da un adulto?”
Dott.ssa Erika Caria
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